Ascensore in edificio ex artigianale parzialmente convertito in abitazioni
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Danilo Marchi
OspiteBuongiorno, ho acquistato da poco un loft al secondo piano di un edificio che un tempo era un laboratorio artigianale, poi parzialmente riconvertito in residenziale con regolare cambio di destinazione d’uso approvato circa 8 anni fa. Attualmente l’edificio ha 3 piani:
al piano terra ci sono ancora due attività artigianali (un falegname e un’officina);
al primo e secondo piano sono presenti 4 unità abitative accatastate come A3, con regolare agibilità residenziale.
Il problema è che non esiste ascensore, e la scala che collega i piani è molto ripida e faticosa per chi, come me, ha una disabilità motoria riconosciuta (L.104).
Ho proposto agli altri proprietari (artigiani inclusi) di installare un mini ascensore elettrico a basso impatto, anche esterno se necessario, e ho ottenuto il supporto solo degli altri due residenti. I due artigiani, invece, si oppongono, sostenendo che l’installazione dell’ascensore in un edificio a destinazione mista (artigianale e residenziale) non è consentita dal regolamento comunale e che comporterebbe modifiche strutturali non compatibili con la loro attività.
Abbiamo chiesto chiarimenti all’ufficio tecnico comunale, che ci ha risposto a voce che “dipende dal piano urbanistico della zona” e che la pratica “non è semplice”, ma non ci hanno fornito nulla di scritto. A questo punto mi trovo bloccato e mi chiedo:
È possibile installare un ascensore in un edificio con destinazione d’uso mista (artigianale e residenziale), anche se originariamente era un laboratorio?
Serve un nuovo titolo abilitativo edilizio, oppure possiamo procedere con una CILA o SCIA per barriere architettoniche?
In presenza di disabilità riconosciuta, la richiesta di installazione dell’ascensore può prevalere sulle opposizioni degli altri proprietari, soprattutto se legate solo a ragioni commerciali o logistiche?
Inoltre:
Quali sono i vincoli strutturali o antincendio che dobbiamo considerare in edifici di questo tipo (altezza impianto, uscite di emergenza, carico massimo)?
Il bonus barriere architettoniche 2025 è applicabile anche a edifici con destinazione d’uso mista, o è riservato solo ai condomini residenziali?
Non voglio rinunciare all’installazione, ma ho bisogno di capire se ci sono le basi giuridiche e tecniche per far valere il mio diritto all’accessibilità. Grazie
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Forum Ascensore Admin
Amministratore del forumBuongiorno,
partendo dal punto centrale: l’installazione di un ascensore in un edificio con destinazioni d’uso diverse è pienamente legittima, a condizione che l’intervento sia qualificato come opera volta all’abbattimento delle barriere architettoniche.Sul piano tecnico-amministrativo, la tipologia di titolo edilizio dipende dal tipo di intervento. Nel tuo caso, comporta opere strutturali, serve una SCIA o un permesso di costruire vero e proprio, soprattutto in zona a vincolo paesaggistico o se l’edificio è classificato come produttivo nel piano urbanistico.
Dal punto di vista condominiale, in base all’articolo 1102 e all’articolo 1120 del codice civile, un condomino può installare a proprie spese un impianto per superare barriere architettoniche, anche contro il dissenso degli altri, purché non danneggi le parti comuni né impedisca agli altri il pari uso. Inoltre, la legge 13/1989 e la sentenza della Corte di Cassazione n. 7938/2017 hanno stabilito che le opere destinate a eliminare barriere architettoniche non possono essere vietate, salvo impedimenti tecnici gravi o comprovati motivi di sicurezza.
Sui vincoli strutturali e antincendio, occorre verificare con un tecnico abilitato che il vano o la struttura esterna rispettino le norme del D.M. 3 agosto 2015 (Codice di prevenzione incendi) e le specifiche tecniche del D.P.R. 162/1999 sugli ascensori, in particolare in relazione a vie di esodo e materiali ignifughi.
Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali, puoi stare tranquillo: il bonus barriere architettoniche 2025 (75%) è applicabile anche a edifici a destinazione d’uso mista, purché l’intervento riguardi la parte residenziale o sia finalizzato a consentire l’accesso a un’abitazione privata.
Ti consiglio di far redigere una relazione tecnica di fattibilità da un professionista esperto in pratiche edilizie e accessibilità: servirà per capire quale titolo edilizio presentare e per tutelarti in caso di opposizioni. Se il Comune conferma verbalmente che “la pratica non è semplice”, chiedi sempre una risposta scritta o un parere tecnico formale, anche tramite PEC, così da avere un documento da utilizzare in caso di contenzioso o per dimostrare la tua buona fede nel richiedere l’intervento.
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